Benjamin Carminio, l’alchimista dell’anima in mostra ai Bastioni a Cefalù

Fino a domenica 30 luglio, l’artista argentino ma da molti anni residente a Palermo, espone le sue opere pittoriche pregne di simbolismo ed alchimia

Sarà visitabile fino a domenica 30 luglio, presso le sale espositive di Bastione Innovazione Cibo Cultura (Piazza Crispi 13/14) di Cefalù (PA), “L’alchimista dell’anima”, mostra personale di Benjamin Carminio, a cura di Margherita Musso (alias Marga Rina).

Difesa dell’amore, Benjamin Carminio

Sono in esposizione 30 opere pittoriche di vario formato realizzate su tela, carta o legno che riuniscono la più recente e più significativa produzione dell’artista argentino. Ogni creazione di Benjamin Carminio prende forma da un’esigenza recondita di esternare un’esperienza – l’avere, ad esempio, visitato le incisioni rupestri delle grotte dell’Addaura – un sentimento, un desiderio inconscio, dei sogni da interpretare, ma a volte anche dalla forma di una macchia che apofenicamente innesca il suo estro creativo. Ma le figure possono mutare molto durante la loro estrinsecazione, e trasformarsi e disvelare realtà e significati nuovi e sempre più profondi, questo perché i simboli raffigurati dall’artista non sono rivestimento meramente accidentale del pensiero, non sono gli strumenti che servono solo a comunicare un contenuto concettuale già pronto, ma sono lo strumento in virtù del quale questo contenuto fuoriesce per acquisire determinatezza. Come, infatti ha sostenuto Carl Gustav Jung, i simboli sono prodotti naturali e spontanei dell’essere umano, in generale, ma anche di Benjiamin Carminio in particolare il quale, attraverso gli sguardi vivi delle sue figure in primo piano e l’occhio vigile ritratto spesso, come un Alchimista penetra l’Anima del Mondo, la scandaglia e, usando un suo linguaggio simbolico, le cui parole sono le sue figure fantasiose e fantastiche, chiede a chi osserva di connetterle e decifrarle e, come tessere mescolate e da collocare, di adagiarle sulla trama di ogni umana esistenza.

Oratio, meditatio e contemplatio, Benjamin Carminio

Per la cifra stilistica e i colori maggiormente usati, ad ispirare l’artista argentino nel suo trasmutare alchemicamente i sogni in realtà figurata paiono essere le figure surreali di Jeronimus Bosch e, più in generale, i bestiari medievali, raccolte di tipologie di animali, reali o immaginari, prodotti in Europa dalla fine del XII fino alla prima metà del XIV secolo, il cui intento non era scientifico, ma era quello di rappresentare, mediante la simbologia medievale, valori morali da seguire e peccati da condannare. Più che di simboli sarebbe più corretto scrivere di allegorie medievali – si pensi alla lonza, alla lupa e al leone all’accidia della Divina Commedia- peculiari figure retoriche, mediante le quali si esprimeva un concetto astratto nascondendolo dietro una figura o un’azione facilmente riconoscibile dai più. Di certo la figura di Carminio maggiormente caricata di senso allegorico è quella del drago sputafuoco che i medievali  associavano alle forze del male e che l’artista argentino, trasferendolo alla contemporaneità in Difesa di un amore, associa all’imperante egocentrismo che si contrappone allo spirito di carità e alla verità, raffigurati come un cavallone che spegne le fiamme ed annienta il drago dell’Ego.

La mostra, patrocinata gratuitamente dal Comune di Cefalù, sarà visitabile fino a domenica 30 luglio, tutti i giorni, dalle 11 alle 15 e dalle 18 alle 23, a ingresso gratuito.

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