Ultimi giorni per visitare la mostra .ЯƎ, a Palazzo Reale di Palermo

Fino al 31 ottobre 2022, 16 grandi artisti internazionali in mostra in nome della “rinascita”

Come recita l’intro del comunicato stampa della mostra, che dal 22 aprile 2022 è visitabile alla Sala Duca di Montalto a Palazzo Reale, a Palermo, .ЯƎ  è una mostra sulla realtà, intesa come “realtà reale”, in un’epoca in cui reale e virtuale si sovrappongono e, molto spesso, si confondono.

.ЯƎ è stata concepita per esprimete l’urgenza di uscire dalla coazione a ripetere per riaccendere la comprensione e la riscrittura della realtà, che non può prescindere dalla necessità di “rinascita” (REbirth), “ricostruzione” (REconstruction), “riavviamento” (REboot), come recupero di un’esistenza non omologata.

Tale esposizione ha riunito 16 grandi artisti contemporanei a simboleggiare 16 cammini per schiudere la riflessione sulla realtà: Alberto BurriSaint Clair CeminTony CraggZhang Hong MeiAnselm KieferJeff KoonsSol Le WittEmil LukasMimmo PaladinoClaudio ParmiggianiGiuseppe PenoneMichelangelo PistolettoTania PistoneAndres SerranoAi Wewei e Gilberto Zorio.

La Venere degli stracci, Michelangelo Pistoletto

Ognuno a suo modo, puntando – vero è che molte opere sono state create tra gli anni ’70  egli anni ’90 – il dito nella piaga di un ridente conformismo che spesso ha lacerato la creatività, hanno immerso il fruitore in una dimensione riflessiva e di funzione sociale dell’opera d’arte.

Le opere di questi 16 artisti sono state riunite con l’intento di riaccendere l’orizzonte dell’arte, riscoprendo l’essenzialità del linguaggio e, in taluni casi, una spiritualità non ipocrita. Una prospettiva semantica che non vuole ridurre la realtà ad immagine stereotipata.

Testimone, Mimmo Paladino

Ma veniamo subito al punto di vista della scrivente che ha visitato la mostra un paio di giorni fa con una fibrillazione notevole perché  ansiosa di visitare una mostra nella quale 16 grandi artisti noti a livello mondiale erano riuniti in una sede così importante e simbolica. Come ho anticipato qualche rigo fa, sebbene l’intento della mostra fosse quello di ricostruire e far rinascere la percezione dell’Arte Contemporanea dopo la pandemia e dopo certa disumanizzazione dovuta all’imperante virtualità del terzo millennio, alcune opere sono antecedenti gli anni 2000, alcune sono della fine degli anni ’60 e qualche artista, vedi Sol Le Witt, sono deceduti. Visitare questa piccola mostra anche se emozionante perché ognuna è stata pienamente valorizzata da un allestimento ben progettato – e scrivo con l’occhio allenato ad allestire ed organizzare mostre! – mi ha lasciata un po’ di sasso: alcune opere create in un’epoca storica diversa da quella attuale ne sono stati resi interpreti anche se il loro intento era un altro. Vero è che le opere di Ai Weiwei del 1988 sembravano presagire la rinascita attualmente sperata, ma altre sono state decontestualizzate e adattate loro malgrado a un percorso espositivo comunque “bello” e carico di sacralità, vedi le sontuose sculture di Mimmo Paladino o quelle enigmatiche di Tony Cragg.

Le più “calzanti” a rappresentare la condizione attuale di stagnazione che (ahimè)  poco aspira alla rinascita sono senza dubbio la Venere degli stracci di Michelangelo Pistoletto valorizzata da luci ad hoc e, sulla stessa lunghezza d’onda Human Condition di Zhang Hong Mei i cui manichini oserei equiparare a mummie senza parola i cui movimenti e le cui parole sono paralizzati da nastri adesivi che stritolano le loro anime e i loro pensieri.

Human Condition, Zhang Hong Mei

Ebbene, questo è un mio umile punto di vista: è stato emozionante ammirare in un’unica sede tante opere di artisti famosissimi in un allestimento in cui ogni opera è stata valorizzata al meglio ma mi sarei aspettata di più da un progetto dove di ricostruzione si vede poco.

La mostra sarà visitabile fino al 31 ottobre 2022, con un biglietto d’ingresso di 8,50 €, da lunedì a sabato, dalle 8,30 alle 16,30 (ultimo ingresso) e domenica e festivi dalle 8,30 alle 12,30 (ultimo ingresso).

La mostra è stata ideata e organizzata da Fondazione Federico II e Ars, in collaborazione con la Fondazione Burri, la Collection Lambert en Avignon, Galleria Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, la Fondazione Pistoletto e collezioni private.