Percorsi, personale di Salvatore Caputo a Palazzo Steri di Palermo

Dal 19 ottobre 2022, oltre 50 recenti opere in mostra alla Sala delle Verifiche di Palazzo Steri

Mercoledì 19 ottobre 2022, alle ore 18.00, sarà inaugurata presso la Sala delle Verifiche di Palazzo Steri (Piazza Marina) di Palermo, “Percorsi. Un viaggio tra le opere di Salvatore Caputo”, mostra personale di Salvatore Caputo.

Le oltre cinquanta opere in mostra, alcune di piccolo e prezioso formato, condurranno il visitatore lungo un itinerario che tocca le tappe più recenti della produzione caputiana.

Un viaggio tra le opere di Salvatore Caputo, il soffermarsi a osservare alcune delle tappe della sua lunga carriera – le più recenti – permette di isolare diversi temi ricorrenti e, allo stesso tempo, di cogliere alcuni spunti forse inaspettati.

Ricordo di viaggio, Salvatore Caputo

Innanzitutto, si troveranno le presenze rassicuranti: il mare, il silenzio, la natura. Il mare di Salvatore Caputo è fatto di orizzonti, di pacifiche albe e tramonti dai toni ora caldi, ora viranti al bianco. È un mare che fa da specchio alla luna, nei fascinosi notturni in cui sembra di sentire il canto dei grilli e, in lontananza, lo sciabordio di onde tranquille. Non c’è nessuno, in giro per i luoghi incantati che Caputo dipinge. O, almeno, non ci sono esseri animati come noi li conosciamo. Si scorgono, a ben guardare, tracce di un’esistenza che – forse – è stata, reperti, statue o, anche, strane forme di vita pietrificate. Da una parte, è come se la natura avesse fagocitato l’elemento umano e lo avesse reso immobile, inoffensivo. Dall’altra, è come se l’essere umano avesse finalmente deciso di fondersi intimamente con la natura, rimanendo visibile solo come traccia, come impressione.

Uno scorcio della mostra

È come se le opere di Caputo stabilissero una continua riflessione sul tempo quale mescolanza profonda di futuri e passati resi improbabili dal loro contaminarsi. Ed è proprio lungo i confini di questa contaminazione, capace di portarci in luoghi conosciuti eppure inesistenti, che troviamo spunti inaspettati, atmosfere ora oniriche, ora magiche. Dalle ironiche incongruenze dei vivi pomodori che una pietrificata Dafne non potrà cogliere mai, o della corda costretta all’immobilità per il pietrificarsi di colui che la regge, al malinconico dubbio che ispira quel profilo scuro, al tramonto, che sembra la parte più viva del dipinto e non si sa se sia essere vivente o statua.

È un viaggio tra improbabili loci amoeni, che alla bellezza della natura accompagnano un sottile senso di incongruità.

L’esposizione, inserita nel progetto “Di arte in culture” promosso dal Centro Internazionale di Etnostoria-Prof. Aurelio Rigoli, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Palermo, sarà visitabile a ingresso libero, tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 fino al 2 novembre.

Per informazioni: 334 5347052; www.salvatorecaputo.net; [email protected]