Tra i tesori di Santa Maria del Piliere

Buona Domenica Amici! Oggi, come vi ho accennato qualche post fa, vi propongo una carrellata fotografica su uno dei luoghi aperti eccezionalmente al pubblico, a Palermo, per la IX rassegna de “Le vie dei tesori”. Da anni ormai, il blog Panormitania segue l’evento e ha finora scritto copiosi post a riguardo, tanto che la vostra Marga Rina vi invita a spulciarne alcuni sia nella vecchia sede del blog al link http://panormitania.blogspot.com, sia in questa nuova, della quale vi voglio ricordare due degli ultimi scritti collateralmente legati a “le vie dei tesori”: quando ha aperto in pompa magna al pubblico, infatti, la vostra Marga Rina ha visitato Villa Zito e le sue collezioni permanenti e, mesi fa, l’esposizione “Nutrire la città”, accessibile nei pochi locali aperti al pubblico del Museo Salinas, entrambi, a Palermo.

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Oggi Panormitania avrebbe scritto sia di Palazzo Branciforte, sia della Chiesa di Santa Maria del Piliere ma nella prima sede non era possibile scattare foto né alle Sale della Biblioteca che recano il potente tocco del restyling di Gae Aulenti, con le tenue tinte verdi degli scaffali e i parapetti in acciaio di chiaro rimando Scarpiano, né le sale con le superstiti impalcature e ripiani di legno adibite e deposito del Banco dei Pegni non preziosi, né alle Sale della collezione archeologica, che vanta una collezione di circa 5000 ceramiche greche. Vi regalo un misero scatto di un arco dal quale si intravede lo stemma nobiliare della famiglia Branciforte.

Qualche foto in più, invece, ci ha rubato la Chiesa di Santa Maria del Piliere, che sorge a piazzetta degli Angelini, proprio di fronte il Palazzo Branciforte. È una chiesa assai piccola e strappata sia alla grinfie della prefettura, sia alla palazzina, fresca di ristrutturazione, che le sorge accanto, quasi strozzandola.1

Fu fondata nel 1541 dalla nobildonna Giulia de Panicolis ma risente di vari rimaneggiamenti successivi: è stata, infatti, impreziosita da un affresco di Vito D’Anna e da statue, raffiguranti profeti minori della scuola del Serpotta.

La sua fama è legata alla presenza di un pozzo dalle acque miracolose scoperto due anni prima della sua costruzione e in cui fu trovata una statua lignea della Madonna col Bambino in braccio. Divenuta subito oggetto di devozione, la statuina fu posta sopra una piccola colonna di marmo, dalla quale è derivata la denominazione di  Madonna del Piliere, termine derivante dallo spagnolo e che in siciliano indica i piccoli pilastri che si usavano per segnare i confini.

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È stata gravemente danneggiata il 5 aprile 1943 dai bombardamenti aerei che causarono il crollo della sagrestia, la sconnessione del tetto della chiesa, la rovina di un buon tratto della volta affrescata e di gran parte degli infissi. Per evitare gli scempi successivi, il portone è stato murato e si accede alla chiesa dalla porticina della sagrestia.