A Terrasini (Pa), “Ed infine non” di Sergio Tripodi

Sarà inaugurata domenica 24 Luglio 2016, alle ore 21.30, al Margaret Cafè (Via V. Madonia 93) di Terrasini (PA), “Ed infine non”, personale di pittura di Sergio Tripodi, promossa dall’Associazione Asadin con la collaborazione di Evelin Costa.

Sergio Tripodi locandina

Riporto quasi integralmente il testo critico di Evelin Costa, che ben ha estrinsecato il tema più ricorrente nella produzione di Tripodi, la complessità dell’uomo e della figura femminile, in particolare, della natura e di ogni sua ramificazione visibile e non. “Ed infine non” è

“quel balcone aperto, una finestra che offre una luce, un chiaro di luna o un buio che penetrano in una stanza mai vuota. C’è una ringhiera che separa l’interno dall’esterno, metafora forse di mondi lontani e paralleli che si incontrano o si sfiorano come a rincorrersi “ed infine non” si incontrano mai. C’è un pittore dal cuore infranto e cicatrizzato che dipinge il sole, il mare ed un volo di gabbiani, ma la sua mente è altrove, tra voli di fenicotteri, osservazioni, tra tentazioni, effluvi di vino, figure strane, surreali, inumane che confondono la mente. Mondi reali e irreali che deliranti si intrecciano tra loro.

E poi una donna eterea e danzante, che non si accontenta di essere musa. Vera o inventata, protagonista di sentimenti reali o forse lievi e ondivaghe proiezioni del sé. Struggenti e sinuose melodie accompagnano i suoi movimenti lascivi lasciando un dubbio riguardo la sua vera identità, la sua essenza ed esistenza.

[…]

La donna imperfetta, asimmetrica, sinuosa e affusolata di Sergio Tripodi esprime tensione sensuale, erotismo, si muove tra forme altrettanto flessuose, morbide, inserendosi tra esse come in un puzzle fatto di onde e voluttà. Onde creano le tende, onde le ombre, onde le lune, onde le giare, onde i seni, onde i fianchi, tutto è un volteggiare tra sensi e pulsioni, in uno spirito che si fa carne, sfiora la pelle e fluttua nell’ambiente.

L’umanità priva di forme ben definite che traspare da queste opere e che pervade forse l’immaginazione dell’artista è indefinita e mutevole, fallace, contraddittoria, incostante, caotica infine.

C’è una incessante analisi ed autoanalisi, una scansione del proprio mondo, soprattutto quello interiore. C’è una ricerca costante di sé, la paura di accontentarsi che si trasforma in rottura degli equilibri. La ricerca estetica della perfezione che diventa voluta imperfezione o viceversa, c’è un vortice del tutto che non è mai nulla. E c’è una certa ironia, voluta o involontaria, forse donata dalle immagini plastiche ed elastiche che fanno supporre che infondo quello narrato non è altro che un mondo tangibile, ma anche cerebrale, ludico, surreale, fatto di forme colorate che ci mostrano come tra tormenti e autoanalisi, impulsi creativi, eros e deliri, la vita sia anche un gioco ambiguo e a più parti, da affrontare sempre con un po’ di leggerezza.

I testi di presentazione sono, per l’appunto, a cura di Evelin Costa ma anche di Alessandra Naso e Antonio Valenti.

La mostra sarà visitabile presso la sala espositiva del Margaret Cafè fino al 13 agosto 2016, tutti i giorni dalle 9.00 alle 23.00.