Post-triciclo. Uova di Uecker e Uova di Magia a confronto

Salve Amici! Vi piace il nome del mio nuovo post? Pensate che si occuperà di bicicletta? Ovviamente no! Il titolo è nato da una riflessione spicciolissima: un post dal titolo “Post-riciclo” (in verità era Post-rimpiazzo!) ve l’ho già proprinato e sarebbe stato poco originale e avrebbe generato confusione un nuovo articolo con lo stesso nome, no? Così, dato che di tale argomento ho già scritto quando Panormitania abitava ad un altro numero civico, “Post-Triciclo” si adatta bene alle mie esigenze!

Oggi dedicherò il post ad un volo pindarico dei miei che già il sottotitolo ha evocato tutto…del resto, è quasi Pasqua! I temi di oggi sono, infatti, Gunther Uecker e le uova.

A proposito di uova preciso che non ho intenzione di scrivere né di uova di cioccolato nè di uova fritte che, in certi paesi, si mangiano a colazione, bensì di uova come simbolo della tradizione umana e – ecco la ragione per cui menziono Uecker! – come oggetto d’arte. Gunther Uecker, il più ferramenta di tutti gli artisti delle Storia dell’Arte, ha realizzato l’opera che segue:

 egg10

 Come si può vedere, essa riproduce un grosso uovo (sì, un grosso uovo di gallina!) interamente ricoperto di…chiodi, la cifra stilistica e di riconoscibilità di Gunther Uecker, scultore, scenografo e artista cinetico tra gli esponenti tedeschi di “Zero”, gruppo di artisti formatosi nel 1961 col chiaro intento di rompere con la tradizione e cercare forme ed espressioni artistiche alternative (ad esso ha aderito anche Bernard Aubertin, cui ho già dedicato il post “Rosso come il fuoco“)

Per ricordarvi che, in questi giorni, Dussendorlf dedica a Uecker una personale antologica (“Uecker” visitabile fino al 10 maggio 2015; per info visitate il sito www.kunstsammlung.de), ho deciso di raggiungere la Germania Ovest di questo particolarissimo “scultore-carpentiere” che, dal 1956, ama follemente attaccare chiodi sulle cose.

Gunther Uecker, Max Peine e Heinz Mack, fondando il Gruppo Zero, hanno inaugurato un modo nuovo e informale di fare arte. Dopo aver studiato attentamente la luce, i colori dello spettro e i fenomeni ottici, tutti questi artisti hanno cercato, combinando materiali diversi, di manipolare ombre e luci per piegarle al proprio volere in modo da suggerire e suscitare in chi guarda l’idea del movimento o altre sensazioni più interiori, intangibili e spesso fugaci.

Mentre Peine ha prediletto i metalli, il vetro e le foto, Mack il fumo, il fuoco e i tubi riempiti di elio, Uecker ha preferito creare delle sculture cinetiche piantando chiodi sia su particolari tele sia su oggetti d’uso comune come sedie o pianforti…o uova.

 Stuhl-Chair-1963

Ed ecco tornare all’uovo, universalmente simbolo della nascita o della rinascita, ma, soprattutto simbolo della vita in potenza, racchiusa da un guscio fragilissimo ma, al tempo stesso, resistente.

 L’uovo, quindi, già eternato da altri artisti come, ad esempio, Picasso, Duchamp e Modigliani, è il simbolo culturale dell’uomo, che, con i chiodi di Uecker, diventa un uomo martoriato e sofferente: se trasformassimo i chiodi in spine, sarebbe immediato pensare ai tormenti di Cristo in croce.

 Osservate, adesso, questo disegno: wurth007

Purtroppo posso riportare solo un’immagine disegnata da Giuseppe Pitrè nel Catalogo Illustrato della Mostra Etnografica Siciliana, tenutasi a Palermo nel biennio 1891-92. Esso rappresenta l’ovu di la magaria, un uovo di gallina sulla cui superficie sono infilzati ben 75 spilli e, in alto, un chiodo, cui è annodato un nastro rosso.Notate la somiglianza tra questo secondo uovo ricoperto di spilli e l’uovo di Uecker? È enorme!

Secondo le credenze popolari siciliane, quest’uovo è una sorta di bambola vodu (o vudù) o dagida, preparato su commissione da una fattucchiera o maara in grado di infliggere gradi differenti di male a qualche malcapitato perseguitato dall’invidia.

L’uovo, secondo i principi della magia omeopatica, rappresenta l’individuo da colpire e gli spilli le armi atte a provocare dolore o sfortuna. L’applicazione del chiodo, in cima, sulla testa, equivale al colpo di grazia sullo sventurato. Il nastro rosso legato al chiodo serve ad evitare che la maga resti anch’ella vittima.

 La rottura dell’uovo, infine, simboleggia la riuscita del maleficio, cui dovrebbe seguire la morte dello sventurato.

Chissà se Gunther Uecker è a conoscenza di questa credenza popolare…magari, se visitaste Dussendorlf dove attualmente vive e dove è possibile visitare “Uecker”, l’antologica a lui dedicata, potreste chiederglielo…