Mapping di Friedler al Loggiato San Bartolomeo di Palermo

Sarà visitabile fino al 7 luglio 2020, al secondo piano del Loggiato San Bartolomeo (Corso Vittorio Emanuele, 25) di Palermo, “Mapping”, personale pittorica dell’artista belga Julien Friedler.

Tale esposizione riunisce ben 200 recenti opere di Friedler, realizzate negli ultimi due anni e fino a poco prima del lock down in cui tutto, e soprattutto tutto il mondo della cultura e dell’arte, è rimasto come sospeso.

Le opere di Julien Friedler sono una sorta di trasposizione sulla tela di una realtà onirica, in cui si mescolano ricordi di viaggio, rimembranze macchiate di eventi o cose viste o vissute da svegli.

Tutte le sue tele, di piccolo, medio e grande formato sono costituite da tracce, segni, molliche, visioni, orme, graffiti che riescono a condurre per mano dentro un mondo fantastico, un territorio mentale in cui si riconosce, è vero, soltanto l’artista, che tenta comunque di guidare il suo osservatore scrivendo qua e là versi, indizi o pensieri che trasferisce liberamente sui suoi supporti.

Dettaglio

Ogni opera, nell’allestimento, pare fluire come un fiume di pensieri che scorrono, pensieri che dialogano con chi guarda ma anche col contesto, un magnifico colonnato affacciato sul mare.

La mostra palermitana, curata da Gianluca Marziani e Dominique Stella, è legata ad una seconda esposizione, intitolata pure “Mapping”, che si svolgerà dal 25 luglio 2020 a Palazzo Libera, Comune di Villa Lagarina (TN), spazio che collabora con il MART di Rovereto. Il catalogo, che raccoglie l’insieme della produzione “Mapping”, sarà pubblicato da La Route de la Soie Éditions_Paris.

 “Di Julien Friedler conosciamo l’opera lussureggiante in cui pitture, sculture e installazioni sono portavoce di un immaginario strabordante, segni visibili di una verità tra Leggenda e Mito che l’artista sviluppa attraverso tematiche a lui vicine per vissuto e impegno etico”, scrive il curatore Gianluca Marziani. “Mapping introduce ad una cartografia immaginaria che stabilisce, tramite innumerevoli disegni e pitture, i contorni di un territorio mentale che Friedler traccia in totale libertà espressiva. I colori, le chiazze, i segni e i graffiti invadono la superficie della tela in un’armonia che vuole essere lenitiva, come un ritorno all’essenziale, al magma primordiale e misterioso che si esprime dentro visioni incoscienti. Dalla materia pittorica nascono impressioni sensibili e impalpabili che si definiscono in atmosfere vaporose e colorate, liberatorie e catartiche come riesce solo alla pittura di espressione spirituale.

Nella serie Mapping la forma visiva supera molte tipicità estetiche, lungo una ricerca che si riallaccia a problematiche filosofiche e spirituali, nonché a temi morali di cui la pittura si prende cura fin dai primi del Novecento. Il mondo di Friedler è intuitivo e la sua arte, intrinsecamente legata a un’attitudine mentale, è la forma espressiva di una contemplazione interiore e di un’esperienza di vita, trasfigurata dentro l’esperienza della pittura. I quadri sono il nucleo di una meditazione che si materializza nel colore, che qui appare come l’animo generatore, vera matrice/madre che fonde tutto in uno spirito vivente. La vita è pulsazione, respiro, dannazione, salvezza. E tale è l’opera ”congiunzione degli opposti, una scrittura paradossale, un’iscrizione dei flussi che attraversa lo Spirito” come scrive lo stesso Friedler ne “La Verità del Labirinto”.

La mostra sarà visitabile fino al 7 luglio 2020, tutti i giorni (lunedì escluso) dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 con ingressi contingentati (nel caso di grande affluenza) e con visitatori dotati di mascherina.