Io, Studio allo Specchio

Buon lunedì! Come già sapete diffusamente, fino al 25 marzo 2016, negli uffici della MQ Immobiliare di Palermo (in via Francesco Lo Jacono 10), sarà visitabile “CERCO Casa degli Specchi con Vita Interiore”, mostra personale di Roberto Fontana e,  come avete notato, la vostra Marga Rina sta ampiamente scrivendo della stessa…anche oggi!

Chi ha preso parte all’Inaugurazione di giorno 17 marzo 2016 sa già che ogni autoritratto in mostra è corredato da una doppia speciale targhetta nella quale ho trascritto un mio componimento poetico!

Oggi ho deciso di scrivere un mio post sul pindarico andante allegando la foto di un opera (specchi rotti inclusi) e la poesia che le ho accostato:

Eccovi “Io (Studio allo specchio)” con la poesia ad essa collegata:

io

I miei piedi affondano nella terra brulla.

Bagnato dall’onda delle lacrime mie

che si infrangono

e che finiscono, nella via.

Finiscono.

L’amarezza mi solletica i piedi

e l’animo.

Il canto della schiuma

mi attraversa il corpo

e impossessa lo spirito mio.

Le mie orme si dileguano,

mentre resta la sensazione

del limite invalicato della Natura. 

L’opera ritrae Roberto Fontana dall’alto mentre appoggia i suoi piedi su uno specchio d’acqua, come un novello Narciso che si contempla in cerca di risposta. Ma lo specchio d’acqua non è altro che la riva marina dove le onde si infrangono di continuo, senza posa e senza metà lasciandolo interdetto e pensoso.

Quest’immagine ha evocato alla mia mente uno  specialissimo precursore di Roberto Fontana, al quale si ispira e dal cui stile sembra essere stato forgiato a livello artistico: alludo a Lucian Freud.

Come molti sapranno, Lucien Freud, artista tedesco naturalizzato britannico, è famoso per i suoi numerosi autoritratti deformanti e a tratti sformanti, tra i quali figura questo del  1965 che mi ricorda molto l’opera di Roberto Fontana.

Lucian-Freud-Reflection-with-Two-Children-Self-Portrait-

In questo quadro giovanile, Lucien Freud si è ritratto come se fosse riflesso da uno specchio posto sul pavimento mentre fissa il curioso osservatore…certo mancano i piedi e chissà se portava le scarpe!

A domani per un’altra opera e un’altra poesia!