Intervista doppia a Giovanna Fileccia e Tiziana Viola-Massa

Venerdì 25 marzo 2022 è stato l’ultimo giorno per visitare “Fibre di piombo”, mostra poetica e pittorica di Giovanna Fileccia e Tiziana Viola-Massa da me curata e ospitata dallo Spazio Almareni di Palermo. Per chiudere un’esposizione che ha avuto grande successo di pubblico e tanti apprezzamenti, ho deciso di intervistare le due protagoniste assolute di questo sentito evento, protagoniste legate fino alla fine da un filo rosso che hanno idealmente tenuto in mano per le due settimane appena trascorse.

Ovviamente, non conoscevano le domande ed è stato molto divertente osservare i loro visi mentre pensavano ad alcune risposte! Ecco cosa mi hanno detto! Buona lettura!

Marga: Qual è il tuo nome?

Giovanna Fileccia: Giovanna

Tiziana Viola-Massa: Tiziana

Marga: Di dove sei?

Fileccia: Palermo

Viola-Massa: Palermo

Marga: Hai 30 secondi. Descriviti, dimmi chi sei.

Fileccia: Alta, camurrusa, complessa e semplice allo stesso tempo. Anche ironica a volte, molto dolorosa e scavante.

Viola-Massa: Generosa, complessa pure io e terribilmente sincera, sono un caso patologico. Mi piacciono le cose semplici ma non scontate e vado sempre alla ricerca, in qualsiasi ambito, dell’originalità, anche delle persone soprattutto.

Marga: Per Giovanna: se la tua poesia fosse un colore, che colore sarebbe? La tua poesia non è altro che pittura in versi per via delle immagini così suggestive che evoca.

Fileccia: Un arcobaleno! Non potrebbe avere un solo colore. Distinguendo tra poesia e Poesia Sculturata, nella poesia sono più monocolore, nel senso che punto ad una sola meta e , quindi, a volte ha il colore giallo, a volte ha il colore marrone, altre volte bianco, nero, rosso. Difficilmente ne mischio più di uno. Nella Poesia Sculturata, è quasi la stessa cosa con la differenza che ci sono Poesie Sculturate che  sono più colorate perché hanno più da dire. Però non c’è un colore unico, ci sono varie tipologie di colore che raccontano varie sfaccettature e le varie frantumazioni di me e di frammenti di me. Non solo di me, ma anche quello che sta fuori di me perché io importo i colori, li faccio miei e poi li faccio diventare poesia e materia.

Marga: Per Tiziana: se la tua pittura, anch’essa ricca di elementi poetici,  fosse un suono, che suono sarebbe? E non dirmi il TIC TAC di un orologio!

Viola-Massa: Questa è difficilissima perché io avrei risposto il Tic tac perché io sono ossessionata dal tempo: quando mi sveglio la mattina io guardo sempre l’orologio.

Sarebbe il suono del silenzio perché c’è troppa confusione a volte e mi piacerebbe sentire un silenzio assoluto, che invece non senti mai perché c’è sempre un acufene che si sente. Io invece vorrei sentire il silenzio perché il silenzio parla più di tante cose.

Marga: Per Tiziana: sei profuga su un’isola deserta. Sai già come procacciarti cibo e acqua, ma hai una gran voglia di dipingere! Cosa useresti per farlo? Anche durante la pandemia hai dovuto improvvisare dedicandoti al ciclo Contaminazioni.

Viola-Massa: Potrei prendere un po’ di terra, fare un composto e quindi utilizzarlo come se fosse una sorta di carboncino. Non credo che cercherei il colore, cercherei il segno. Potrebbe essere anche un graffito su una roccia, potrei tornare alle origini.  Farei delle incisioni sulle rocce.

Marga: Per Giovanna: a te non faccio una domanda così facile! Tu, se restassi per un certo periodo in cima a una montagna, come creeresti?

Fileccia: Sul pizzo della montagna? Canterei! Mi innalzerei all’Uno, non potrei fare altro perché sarebbe la condizione ideale di estrema solitudine e del ritorno all’origine del sé e quindi il mio canto, la mia voce potrebbero essere quella poesia che mi innalza all’Uno e mi fa trovare quello che mi manca.

“Babilonia” di Giovanna Fileccia e “Soldato” di Tiziana Viola-Massa, installazione che rivolge un pensiero forte ai tragici eventi della guerra in Ucraina

Marga: Giorni fa ho proprio condiviso su facebook un post dedicato all’artista Andres Amador , un “earthscape artist” che crea arte temporanea sulla sabbia, impreziosendo le spiagge di San Francisco. Alcune ore prima che si innalzi la marea, realizza sulla sabbia disegni astratti di grandi dimensioni che prendono vita dal gioco delle forme geometriche o organiche, ispirate dai mutevoli panorami che crea il mare. 

Fileccia: Forte è la somiglianza con la creazione dei mandala. Molte mie opere sono state definite mandala, a differenza che il mandala realizzato dai tibetani viene poi distrutto, si deteriora, mentre i miei restano.

Marga: Nel quotidiano, in che condizioni, invece, nasce una tua opera?  Dove? Quando? Hai bisogno di un luogo di raccoglimento? Prova a farci immergere nel tuo mondo creativo.

Fileccia: Non c’è una regola. Non sono schematica, non sono lineare, sono molto divergente perché ci sono dei periodi in cui creo tantissimo e scrivo anche tantissimo e dei periodi in cui sono ferma che mi servono per assorbire le vibrazioni, i colori di quello che c’è.

Non c’è un posto, c’è una condizione, io devo essere tranquilla, in silenzio, devo stare da sola in casa in uno spazio più piccolo possibile quando scrivo, mentre quando creo le mie Poesie Sculturate ho bisogno di molto spazio. Infatti il mio laboratorio è molto grande. Il processo parte sempre da me, da un’intuizione, un’idea. A volte mi sento il tramite di qualcosa ma allo stesso tempo le mie mani sono il tramite della Poesia Sculturata. Invece la penna scrive.

La creazione, poi, non avviene in maniera così immediata, avviene sempre stratificata come fosse caratterizzata da una serie di livelli: più scendi, più ci pensi, più lei ti parla. E’ l’opera che ti parla.

Viola-Massa: Io creo nello studio che ho a casa, la mattina perché poi quando cala la luce non riesco a concentrarmi. Le opere piccole ogni tanto anche in cucina perché la cucina è una parte della casa che amo.

Marga: Dimmi tre parole per descrivere l’Arte dell’Altra.

Fileccia: Per descrivere la sua pittura, mi viene in mente colore ma dire colore è riduttivo. Quindi direi profondità, intenzionalità e poi se devo dire una parola su di lei devo dire sorriso e apertura del sorriso.

Viola-Massa: Ne ho una che racchiude tutto! È un kamikaze della poesia. Non si ferma mai! Posso aggiungere anche profonda e puntigliosa e precisa.

Marga: Queste fibre di piombo dove ti porteranno?

Fileccia: Intanto dove mi hanno portata? A stare qui con voi e con Tiziana che ringrazio perché è stata lei che mi ha coinvolta in questo bellissimo progetto. E non c’è niente di più bello di quando due artiste si uniscono e vanno avanti in nome dell’Arte e lo fanno in armonia come abbiamo fatto noi. Le fibre di piombo probabilmente ci porteranno oltre, chi sa cosa viene fuori. Le fibre di piombo sono legate alla sabbia e alla scrittura oltre e sicuramente verrà pubblicato uno dei miei libri di fiabe per bambini, “Aneris”, ed è un’altra fibra diversa.

Viola-Massa: Pittoricamente mi porteranno a cercare una maggiore sintesi, perché comincio un po’ a staccarmi dal figurativismo. Voglio arrivare alla sintesi che non è astrazione ma un concetto un po’ più lato. Voglio intraprendere un percorso che mi porti a capire che possono esservi sinergie anche con persone che, magari all’inizio, possono sembrare caratterialmente diverse da te. C’è una sinergia, perché c’è nel vissuto e tu trovi questo legame perché riconosci in quella persona un qualcosa che ci ha portato a incontrarci.

Marga: Oggi il filo sta per essere sciolto. Com’è stato essere legata all’altra?

Viola-Massa: E’ stato bello, non ho niente da dire. Anzi spero che possiamo portare la mostra fuori.

Fileccia: Posso dire che l’una siamo lo specchio dell’altra. In alcuni momenti lo siamo state e non soltanto come persone e nella nostra arte perché la nostra arte è evidente perché le mie parole si sposano alle sue opere e altrettanto i suoi quadri vengono attratte dalle mie parole. Però noi due siamo lo specchio dell’altra perché basta che parliamo un secondo e ci capiamo.

Nota di colore rosso come il filo che le ha unite durante la mostra e l’intervista: al termine delle domande io l’ho spezzato e Tiziana Viola-Massa l’ha riannodato per cementare il loro legame artistico, di stima e d’amicizia.

Una risposta a “Intervista doppia a Giovanna Fileccia e Tiziana Viola-Massa”

  1. Che meraviglia! Cara Marga è stato bellissimo rispondere così di getto alle tue domande. Grazie di cuore per tutto. Fibre di piombo intrecciate al futuro!!!
    Un abbraccio anche a te Tiziana , ci vediamo in settimana. Tre donne, tre fibre diverse ma simili: noi!

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