Cronaca di un’acchianata

Palermo, martedì 3 aprile 1787.

Questo mio foglio, carissimi, vorrebbe rendervi partecipi quanto più possibile d’un grande godimento: descrivervi, cioè, questo golfo impareggiabile che abbraccia una vasta massa  d’acqua.  A partire da levante, dove un largo e basso promontorio si protende nel mare, per bei dirupi scoscesi coperti di boschi, si arriva fino ai sobborghi popolati  di  case di pescatori quindi alla città stessa,  coi palazzi rivieraschi tutti affacciati sul porto, compreso quello dove abitiamo, fino alla porta cittadina per la quale siamo entrati.

Si prosegue verso ponente lungo lo scalo marittimo, dove attraccano le navi più piccole, e si raggiunge infine il porto principale e il molo, approdo dei grandi vascelli. A occidente, quasi a proteggere tutto il naviglio, si erge la bella sagoma del Monte Pellegrino lasciando tra sé e la terraferma propriamente detta  un’amena  e  lussureggiante vallata che si stende fino al mare dall’altro lato.

(W. Goethe, “Viaggio in Italia”)

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Salve Amici (molti dei quali ancora tramortiti dal cambio da ora solare a ora legale, vero?)! Oggi non vi propongo alcun post mostruoso – che scriverò con qualche sorpresa nei prossimi giorni – ma la cronaca di un’acchianata, con un navigatore wifi d’eccezione!

Ieri la vostra Marga Rina ha preso parte – temendo la cancellazione all’ultimo secondo a causa delle nuvole minacciose e tempestose dei giorni scorsi! – a una delle passeggiate organizzate nell’ambito della rassegna “Le vie dei tesori”: oltre ad aprire luoghi quasi inesplorati o a proporre eventi culturali di varia natura, “Le vie dei tesori”, giunta al suo penultimo weekend, sta organizzando una lunga serie di passeggiate guidate per le vie di Palermo assai interessanti e molto partecipate.

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Ieri mattina, a partire dalle 10,30, era prevista “L’acchianata a Santa Rosalia spiegata e recitata” e la vostra Marga Rina c’era: lo storico (ma non solo!) Igor Gelarda ci ha guidati per circa 3 ore, per la via Ercta, ossia uno dei quattro percorsi che, dalle falde del Monte Pellegrino, permettono di raggiungere il Santuario di Santa Rosalia, facendoci scoprire mille e una curiosità naturalistiche, antropiche, religiose e devozionali!

Igor Gelarda ha arricchito il percorso di citazioni famose, come quella (che vi propongo sopra) di Wolfgang Goethe, di curiosità etimologiche – sapete che Monte Pellegrino deriva anche dall’arabo Gebel Grin ma “Grin” non significa nulla? – sulla flora impiantata solo dalla fine dell’Ottocento e fino al periodo fascista sul monte in origine brullo  e della…fauna!

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Tra le numerose specie di uccelli che nidificano su Monte Pellegrino, infatti, vive pure la particolarissima passera scopaiola, così chiamata per due sue “caratteristiche”: la prima è che ha una lunga coda che sembra spazzare il terreno quando zampetta al suolo; e la seconda è che, nella stagione degli amori, si accoppia con più maschi come in una maratona e in sequenza – proprio come alla posta! – ma, solo l’ultimo la ingravida perché tutti i precedenti colpiscono delicatamente la sua vagina per far uscire lo sperma depositato dal precedente…lo sapevate?

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Insieme con Igor Gelarda abbiamo goduto del panorama e scoperto pure un’antica cappella che solo i curiosi camminatori conoscono…o almeno quello che resta di questa, sita a poche decine di metri dall’arrivo al santuario.

Qualora si dovesse organizzare ancora, consiglio ai camminatori instancabili di partecipare perché merita, al di là della motivazione laica o profana che vi spinge a farlo!5

Buona domenica!