A spasso con Giano…intervista ad Enzo Tardia!

Salve Amici! Vado subito al dunque perché perdermi in chiacchiere mi fa proprio perdere sia il filo del discorso sia la strada maestra e poi sapete bene come andò a finire a Dante!

Come ho preannunciato ai follower della pagina Facebook di Panormitania, da oggi la vostra Marga Rina si improvvisa giornalista e inizia a intervistare qualche artista…con tanto di rima!

Oggi è il turno – ebbene sì, aspettano tutti fuori dalla porta col numerino in mano – dell’artista trapanese Enzo Tardia, che ha recentemente esposto “La scatola dei sogni” alla Galleria Elle Arte di Palermo: una mostra personale delle sue ultime opere il cui post ha ricevuto numerose condivisioni e il cui successo è soprattutto dovuto all’estro creativo di Enzo, alla cura appassionata di Aldo Gerbino e Domenico Scardino e all’elegantissima efficienza organizzativa della gallerista Laura Romano, le cui esposizioni Panormitania segue sempre con piacere.

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                               Enzo Tardia e Laura Romano il giorno dell’inaugurazione de “La scatola dei sogni”

Alla faccia dei preamboli lunghi…partiamo!

Oggi la vostra Marga Rina vi propone una breve intervista ad Enzo Tardia, artista siciliano di Trapani, dove vive e lavora, che vanta “35 anni di attività vissuti in punta di pennello”, come ha scritto Domenico Scardino nel catalogo de “La scatola dei sogni”. Ha iniziato giovanissimo a dipingere e ad esporre e da allora non lo ferma nessuno! Il suo stile è mutato negli anni ma non ha mai smesso di proiettare e colare sulle tele e sulle sue originalissime pittosculture quella “astratta iperrealtà geometrica”, così come l’ha definita Aldo Gerbino, che lo contraddistingue e che si può ammirare osservando le immagini del post.

Non scrivo altro di Enzo Tardia, le cui altre notizie biografiche è possibile reperire sul web, dai tanti “copia e incolla” che lo popolano! Non pubblicherò nemmeno le foto delle sue opere dei periodi precedenti a “La scatola dei sogni” perché ce ne sono parecchie nei siti specialistici che si occupano d’Arte Contemporanea.

Inoltre, trovate Enzo Tardia anche su Facebook, dove spesso condivide immagini delle sue opere!

Marga: La tua pittura si assapora con gli occhi, con le orecchie e con il naso e sto proprio pensando all’odore di trementina e all’odore di acquaragia che ti avvolgevano quando frequentavi lo studio di tuo cugino Lino Tardia, anche lui pittore (deceduto pochi mesi fa). A te cosa fanno pensare?

Enzo: Concordo con te, la pittura è senz’altro un’arte fatta di sinestesie. Spesso, mentre dipingo, gli odori mi riportano indietro alla mia infanzia, a quando visitavo lo studio del maestro Lino Tardia in via Margutta, a Roma, e mi immergevo stupito negli odori, nei suoni e nei colori di un ambiente stimolante e carico di creatività come pochi altri, lo stesso ambiente in cui crescendo discutevo sia con Lino sia con altri artisti sui vari aspetti dell’arte.25

M.: Ora, sfogliando il catalogo della tua mostra “Quei nastri chiari d’orizzonte”, ospitata a Palazzo Steri, a Palermo, nel 1999, e osservando le onde sinuose delle opere riprodotte, respiro l’odore del mare. Qual è il tuo rapporto con il mare?

E.: La mia Trapani sorge sulla costa occidentale della Sicilia, nel punto estremo in cui il Tirreno ed il Mediterraneo s’incontrano. Il mare è sempre stato il Paesaggio fondamentale per me, sia nell’arte che nella vita di tutti i giorni. Le opere della mostra “Quei nastri chiari d’orizzonte” il mare è il paesaggio e i nastri sono proprio onde in continuo movimento. Guardare ed ascoltare il mare mi serve per far pace con me stesso ed anche pescare mi piace, vado spesso quando ne ho occasione  con amici e con mio figlio.

M: Trovo che i titoli delle tue mostre (“La scatola dei sogni” è quella appena conclusa da Elle Arte o in precedenza “Imbat”, “Sulla rotta di Plinio” o, appunto, “Quei nastri chiari d’orizzonte”) e delle tue opere (“La forza del pensiero”, “Vibranti armonie”, “Vibrazioni cromatiche” o “Selene Innamorata”) siano bellissimi e poeticissimi. Come dai i nomi alle tue opere? C’entra in qualche modo Aldo Gerbino?

E.: La mia terra è stata spesso musa ed oggetto della mia arte. Il mare infinito, i tramonti, le isole lontane….Sono stati paesaggi ricchi di colori e di poesia, appunto. Sono tutte “cose” che ho riversato sulle mie tele secondo un mio personalissimo modo e col quale spero di avere raggiunto l’osservatore più attento.
Dare un titolo alle mie opere non è sempre cosa facile. A volte, a tela appena ultimata, il titolo viene da se, quasi spontaneamente. Altre volte, invece, mi affido all’opinione e all’immaginazione di Aldo, che conoscendomi bene, riesce puntualmente a cogliere l’essenza dell’opera e tradurla in parola. Preciso, però, che il titolo della mostra appena conclusa da Elle Arte, “La scatola dei sogni”, è stato ideato da Domenico Scardino.

N.B. La parte in grassetto è stata aggiunta a posteriori per dare, come si dice, onore al merito.

M.: Com’è evidente, la tua arte è non figurativa, è astratta. Malgrado sia astrazione pura, riesci a cogliere tutta la complessità della realtà attraverso le tue singolari geometrie, i giochi di luce e colori, esperienze acquisite, echi di musica lontana e memoria di sapori anche.  Cosa mi dici della tua arte?

E.: L’arte astratta è una continua ricerca dell’Assoluto. La mia pittura travalica la realtà e mira al superamento dei contrari inseguendo l’equilibrio dell’Anima. A guidarmi è l’Amore, da cui ho sempre tratto profonda ispirazione.26

M.: Nei cataloghi delle tue mostre che ho avuto sotto mano in questi giorni, riconosci sempre che l’Arte è continua ricerca e che fondamentali sono stati gli incontri con numerosi artisti e intellettuali, la cui frequentazione ti ha arricchito e ti ha aiutato a continuare nel tuo lavoro artistico.

Ad ogni nome associa una frase o un pensiero: Lino Tardia, Ugo Attardi, Turi Sottile e Aldo Gerbino.

 E.: Il maestro (compianto) Lino Tardia è mio cugino ed è colui che mi ha avvicinato sin dall’adolescenza all’Arte. In poche parole rappresenta per me una preziosissima guida dalla brillante ironia.

I maestri Ugo Attardi e Turi Sottile hanno stimolato e influenzato tantissimo la mia ricerca! Del primo (Ugo Attardi) dico che è un’artista immenso, una vera perla rara e del secondo (Turi Sottile) che è un artista dalla vivacissima intelligenza.

L’intellettuale, poeta, acuto critico e uomo di scienza Aldo Gerbino, come ho sempre amato definirlo, segue la mia attività dagli anni Novanta e io reputo, appunto, che sia un raffinato intellettuale dalla vastissima cultura.

M: Tempo fa ti ho definito bifronte perché notavo una certa bilateralità nel tuo modo di essere: se non avessi saputo che eri un’artista, avrei concluso che eri una persona tra le più normali ma quando osservo le tue opere e mi parli di pittura salti ad un’altra dimensione, che la fantomatica “persona normale” non riesce a cogliere pienamente! In tutta risposta mi hai subito detto “Come Giano Bifronte”, ricordi? Poi ho scoperto che per Plumelia Edizioni hai pubblicato “Le fronti di Giano” (“Le fronti di Giano. Porte della pittura/scultura”, Plumelia edizioni, 2004)…perché le fronti di Giano?

E.: Si tratta del catalogo di una bella ed interessante mostra che feci,  nel 2004, a Palazzo Riccio di Morana, a Trapani, insieme al bravo maestro e scultore Vito Galfano, proprio dal titolo “Le fronti di Giano:  Enzo Tardia, la porta della Pittura; Vito Galfano, la porta della Scultura”. L’idea fu di Aldo Gerbino che curò quella mostra, la quale aveva un unico catalogo edito da Plumelia. Chi meglio del Giano bifronte dio della porta, per incarnare questo concetto! Giano è una figura che da sempre mi appassiona e che, come hai giustamente osservato, è molto affine al mio percorso artistico e alle mie opere. Giano in quanto dio può guardare il futuro ed il passato e  può anche guardare sia all’interno sia all’esterno delle cose.

M.: Grazie tante Enzo! Ci vediamo quest’estate a Trapani!